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Grazie, cara Famiglia Florio, per avermi allargato le ore in questi tempi stretti.

Grazie a Paolo, duro ma giustamente ambizioso, e sempre accompagnato dal fratello Ignazio, dall’animo sensibile e dalla dedizione incrollabile.

E grazie a Vincenzo, rabbioso e innamorato della sua Casa di Commercio tanto quanto della sua forte Giulia, disposta a restargli accanto nonostante lui e la sua incapacità di dire l’amore.

E poi grazie a tutti gli altri personaggi che ruotano intorno alla storia di questa famiglia di audaci imprenditori e visionari osservatori del futuro, capitati in una Sicilia assolata e stanca, in balia dei moti e dei desideri ambivalenti dell’Ottocento intero.

Grazie infine a luoghi come Palermo e Favignana, anch’essi veri protagonisti di queste pagine, che riescono a impregnare di odor di salmastro, profumo di spezie e morbidezza di tufo.

Proprio a Favignana, durante l’emozionante visita alle Tonnare Florio, ormai chiuse, qualche anno fa già mi innamorai di questa famiglia tanto intraprendente e inconsueta, che navigò oltremare coi suoi battelli, inventò la conservazione del tonno sott’olio e contribuì alla vitalità di merci e cultura di un’isola intera, in tempi in cui tutto sembrava impensabile.

È stato un piacere ritrovarvi qui, quindi, cari Florio.

E complimenti a Stefania Auci, che li ha saputi raccontare con una sana accuratezza storica e la giusta spolverata di fantasia.

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