In questi giorni ho imparato che:

– è questione di tempo. Sono certa che, assai prima dell’arrivo dell’estate, uscirà come ogni anno l’ennesima canzone latinoamericana del momento, con annesso balletto caraibico. Ma stavolta, a differenza del solito, so a cosa sarà ispirata!
Senza dubbio alla serie di gesti scomposti, passi avanti e indietro, torsioni del busto, rotazioni di testa e movimenti sexy ormai diligentemente appresi da ogni alunno, assistente o professore, all’ingresso a scuola.
Perché serve proprio un ballo propiziatorio per far capire al termoscanner di turno che sì, sei sempre tu sulla soglia della porta, e che sì, anche stamani la mascherina ce l’hai e non hai la fronte che ti va a fuoco, ma vuoi solo entrare e andare a studiare (o lavorare) e magari vorresti farlo in tempi meno biblici del solito.
So già anche come farebbe questa nuova hit, oltretutto. Secondo me più o meno così: Dale a tu cuerpo alegría Mascherina/Que tu cuerpo es pa’ darle alegría y cosa buena/Dale a tu cuerpo alegría, Mascherina/Hey, Mascherina!
E non ditemi che non l’avete letta cantando!;

– se mi chiedessero quale risposta racchiude tutta l’adolescenza, quale parola parte cioè in automatico a un adolescente in seguito a una qualunque domanda interessata ai suddetti adolescenti da parte del mondo adulto, direi sicuramente: NULLA.
Cosa hai fatto oggi? Nulla. Che avete studiato l’anno scorso in questa materia? Nulla. Cosa ti piace fare nel tempo libero? Nulla. Cosa avete in mente per il futuro? Nulla. E a chi ascolta tali risposte, sospese fra la protezione dei propri spazi e l’assenza vera di desideri, non resta che sperare forte che prevalga la prima di motivazione, fatta di pudore e di difesa, e che il nulla non imperi già, davvero, nei sogni e nei progetti dei nostri ragazzi e ragazze frastornati;

– in questi anni sono passati intorno a me colleghi, classi, manifestazioni, pandemie e invasioni UFO, ma una cosa è rimasta sempre implacabilmente uguale: il fatto che la gente, qualsiasi gente, mi riconosce con una disarmante facilità mentre io, al contrario, non riesco a fare altrettanto, specialmente dopo l’avvento delle coprenti mascherine. Quest’anno, fra ex compagne delle medie e vicini di casa, dopo una sola settimana di scuola avevo già inanellato tre figuracce, stabilendo il mio primato personale, al momento.
Per cui mettetevi l’animo in pace, o tutti voi dall’elefantiaca memoria, e quando mi chiederete retoricamente e con entusiasmo: “non mi riconosci??” sappiate che potrete scegliere, come risposta, solo fra un NO o una bugia;

– mi irritano quei colleghi che si fanno vanto di non conoscere (e tanto meno apprezzare) le discipline che non attengono alla loro area, ribadendo la sterile e, anzi, dannosa contrapposizione fra area umanistica e scientifica.
È ovvio che non si può essere esperti in tutto e che evidentemente ci sono materie che abbiamo studiato perché le amiamo maggiormente (e viceversa). Ma se l’intelligenza si manifesta più nell’arte di stabilire connessioni e analogie, plurimi confronti e reti di significato che nella strenua difesa di sterili nozioni, come possiamo pretendere che gli studenti stessi la sviluppino se molti di noi hanno paura anche solo a mettere il naso fuori dal proprio angolino disciplinare sicuro?;

– secondo la millenaria tradizione aborigena raccontata da Chatwin, la terra australiana è un suolo costituito, fin dalle origini, dall’incrocio invisibile dei passaggi degli antenati, definiti “le vie dei canti”, che lo intessono quasi fosse un arazzo sonoro.
Sono queste vie che si fanno riconoscere e seguire dagli appartenenti alle varie tribù, lungo le quali tutto si rivela loro e gli parla: il deserto, gli animali, pure i singoli cespugli. Com’è potente quest’immagine, e come potrebbe essere, io credo, il miglior augurio per noi e per i giovani che verranno!
Cercare la propria via invisibile nel deserto sterminato, trovarla silenziando il rumore dei giorni e riconoscere che è quella giusta per noi, perché lì dentro ogni lamento diventa canto e un panorama anonimo acquista, finalmente, senso e direzione.

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