No, non sarà un vademecum delle birre migliori sperimentate durante il mio viaggio on the road in Irlanda, mi dispiace. Ma questa serie di dettagli irlandesi raccolti per via magari vi renderà ugualmente allegri.
Cominciamo!

  • Se vi dico Aer Lingus, a che cosa pensate? Ebbene no, maliziosetti, non è una sconosciuta pratica sessuale irlandese, bensì la compagnia di bandiera d’Irlanda!
    E comunque noi, siccome siamo ragazzi e ragazze a modino (ma soprattutto poveri!) abbiamo ovviamente optato per volare con la sorellastra scacia: l’immancabile, puritana, Ryanair.
  • La prima cosa che noti dappertutto, appena arrivi in Irlanda, sono le scritte in gaelico.
    Bello il gaelico, eh, suggestivo: è praticamente un elfico che non ce l’ha fatta, diciamo.
    Però, ogni volta che tenti di articolarne qualche parola, ti senti anche molto Pdor, figlio di Kmer. Perché sì, se leggi “ardaitheior” in realtà vuoi chiedere solo…un “ascensore”!
  • Comunque c’è da capirli gli irlandesi se cercano in ogni modo di evidenziare la loro importanza, a svantaggio degli inglesi…perché se vi chiedessi da dove vengono Shaw, Wilde o Beckett, lo sapreste dire subito a quale lato del Mare d’Irlanda appartengono?
  • Capisci anche perché uno dei brani più celebri di uno dei gruppi irlandesi più celebri, gli U2, si chiami proprio “Where the streets have no name”, non appena il navigatore dell’auto a noleggio ti fa infilare di continuo in stradelli malefici e non segnalati, che davvero questo benedetto name non ce l’hanno.
  • Inizi a viaggiare per l’Irlanda e capisci tre verità necessarie:

    se non hai almeno un paio di k nel nome e nel cognome, qua non sei nessuno;
    i prati vengono di sicuro colorati di notte con l’evidenziatore e
    le lapidi sono come il nero, stanno bene su tutto.
  • La colazione in Irlanda è quel pasto che è servito dalla mattina presto alla sera.
    La cena, invece, è quel pasto che inizia alle 5 del pomeriggio e finisce un’ora dopo, quando la cucina chiude definitivamente. Il pranzo non è pervenuto.
    Con questo caos alimentare, insomma, si capisce facile perché gli irlandesi hanno da bere di continuo!
  • Attenzione poi a ordinare qualcosa di caffetteria: ti ritroverai sempre il suo doppio.
    Se ordini un curtado, infatti, capendo che è un caffè macchiato, ti ritroverai un cappuccino, e se ordini un cappuccino ti ritroverai praticamente…una vasca di schiuma di latte.
  • Incuriositi scopriamo via via i tanti sport tipici dell’Irlanda, anch’essi diversi da quelli dei più potenti vicini. Il più simpatico? L’hurling! Ovvero un hockey aereo velocissimo dove la palla è lanciata per non essere vista. (E son dolori per chi non la vede…)
  • I cimiteri sparsi in ogni dove, in Irlanda, sono sempre abbinati con le chiese. Ma con chiese in stile San Galgano: insomma, in Irlanda i soffitti non piacciono.
  • Viaggi per l’Irlanda e continui a chiederti quanto abbiano bevuto i tizi della stradale addetti a stabilire i limiti di velocità. Hai uno stradone dritto? Limiti a 30 km/h. Hai una viuzza tutta curve? Limiti a 100 km/h. Chissà che questo non sia un metodo alternativo per valutare davvero la sobrietà del guidatore…
  • Mentre percorri il paese ti godi il panorama. Vedi case e mucche. Pascoli e mucche. Sentieri e mucche. Boschi e mucche. E quando la guida scrive che in Irlanda ci sono il doppio delle mucche rispetto alle persone, quindi, ti pare proprio la scoperta dell’acqua calda.
  • Gli irlandesi, va detto, sono davvero gentili e accoglienti. Ti ospitano nelle loro case con naturalezza o addirittura hanno creato camere direttamente sopra i pub. Tutto molto bello, non fosse che:

    quando scendi dalla camera direttamente nel pub alle 7:30 vieni assalito all’improvviso dal soave odore di birra e di sugna;
    hanno tutti una voglia incessante di parlare solo dalle 7 alle 8 di mattina;
    e quando parlano, il loro inglese è assai lontano da quello di scuola. Così ti ritrovi a capire un 20% di quello che dicono, ridendo per imitazione e sperando nell’intervento dei tuoi compagni di viaggio. Che poi, alla fine, ti sveleranno di non aver capito un tubo neanche loro.
  • In Irlanda anche ciò che non appare fritto è comunque fritto.
  • Il cibo in Irlanda varia dai cavoli, ai wurstel, al purè, allo spezzatino e ritorno. Praticamente, anche quando non c’è il vento che ti porta via sulle scogliere o per le strade, stai sicuro che ce l’avrai almeno nella pancia.
  • Cork è una Montreal che non ce l’ha fatta. (Ma la street art merita anche lì!)
  • Inizio a capire perché in Irlanda le casine sono tutte colorate: per bilanciare il grigio che tinge in modo quasi perenne il cielo.
  • I giorni di pioggia mi hanno obbligata ad avventure in macchina tipo citysightseeing da giapponesi, ma almeno ho sperimentato l’ardire delle foto fatte al volo al panorama che non stai mai fermo (ma quanti cigli ci sono in Irlanda??) e pure il brivido ghiacciato dell’ondata d’acqua sul finestrino appena due millesimi dopo averlo chiuso.
  • Qual è il modo migliore per scoprire gli angoli più incontaminati e i paesini meno turistici in ogni dove (non solo in Irlanda)? Ma la pausa pisciatelle, ovviamente!
  • Per quanto bevono gli irlandesi a tutte le ore, siamo rimasti stupiti di trovarli tranquilli e sobri per la maggior parte del tempo. A parte il tizio che pisciava a lato di un vicolo e quello che faceva lo slalom gigante barcollando sui marciapiedi, ma vabbè.
  • Un giorno abbiamo sperimentato il grande ottimismo irlandese e il nostro (malriposto) altruismo tutto in una volta. Il primo l’abbiamo sperimentato quando, finiti nell’ennesimo stradello alla ricerca di un fantomatico castello, dopo kilometri di curve e folti cigli, sotto l’acqua e con la guida dal lato sbagliato, siamo arrivati di fronte a…tre bellissimi sassi! Tanto che non abbiamo fatto in tempo ad arrivare che eravamo già sulla strada del ritorno.
    E il secondo l’abbiamo sperimentato invece quando, tornando indietro pieni di stizza per il lungo percorso dissestato e inutile, abbiamo pensato di scorgere nel senso inverso altri turisti italiani visti in precedenza, e di fronte alle nostre grida, ai finestrini abbassati smanacciando e ai consigli di tornare indietro perché non valeva la pena proseguire, ci siamo invece incontrati con la faccia perplessa e preoccupata di una irlandesissima distinta signora che ci ha freddato con un “are you ok?”, trasformando il nostro entusiasmo pieno di buona volontà in una pronta sgommata, un sacco di risate e, soprattutto, vergogna.
  • Come sono belle le stradine nel verde delle Isole Aran! Così tranquille e così…saporite, come i cespugli pieni di more che abbiamo razziato con gusto!
  • L’Irlanda è quel posto di cui ci sono maghi sulle scogliere e spiriti sulle isole.
  • Prendi quattro viaggiatori furbi che vogliono evitare un sentiero troppo lungo per arrivare a un faro e ti ritroverai quattro italiani impediti (ma due un po’ di più) su scomodissime petraie che sognano l’asfalto, mandando accidenti a tutto spiano, consapevoli che la scorciatoia piana è diventata senza dubbio un’allungatoia ardita.
  • Non è che proprio tutti i padroni di casa irlandesi siano veramente così cortesi, eh. C’è anche chi brontola e mette divieti ovunque, compreso sulla cosa più potente, vitale e trasgressiva che c’è. La risata.
  • Ti senti un vero irlandese, però, solo quando, dopo una giornata a vedere quello spettacolo di scogliere di Moher e a mangiare in maniera completamente casuale nell’arco delle ore, ti ritrovi a fare il giro di pub messi a 50 metri l’uno dall’altro, affogando la paura di un altro giorno di pioggia nell’alcool, nella musica dei banjo e in una poco irlandese ma moltissimo fogata…briscolina!
  • Stai per tornare a Dublino a lasciare la macchina a noleggio, e ormai sei consapevole di questa indubbia verità: la radio gaelica è come Radio Maria, è la sola che prende dappertutto e in ogni modo.
  • Che bello, finalmente vedremo la biblioteca del Trinity College! Siamo assorti e felici, prima d’entrare, ascoltando l’audioguida: ci preannuncia un’esperienza unica, che in 500 anni nessuno ha mai sperimentato. Evviva! Cioè? Cioè una biblioteca…senza libri, che stanno togliendo per una grandiosa opera di pulizia e restauro! Evviva…
  • Nel cortile del Trinity scopriamo poi la statua del fisico George Salmon che, pare, si oppose tutta la vita all’ingresso delle donne nel celebre college, arrivando perfino a dire che chi voleva garantire questa opportunità alle ragazze sarebbe dovuto passare sul suo cadavere. Menomale questi atteggiamenti sono del tutto cose del passato. Ehm. (E menomale, soprattutto, che poi sul suo cadavere ci sono passate davvero quelle ragazze, perché le donne, appena lui morì, ci entrarono lì al Trinity a studiare!)
  • Mentre ci accingiamo a ritornare dai nostri splendidi 16 gradi ai 40 che ci preannunciano da casa, non possiamo che essere felici di questa variegata e sorprendente vacanza in quel di Irlanda.
    Andateci, quindi, e sarete i benvenuti (come quel FAILTE! che trovate dappertutto).
    Ricordatevi solo un paio di cose, che è bene sapere, quando arriverete felici nelle vostre camere prenotate:

    1. il miscelatore dell’acqua è un bene di lusso, che in Irlanda evidentemente non è arrivato. Esistono bensì due rubinetti: acqua calda e acqua fredda. Distinti. Lontani. Attaccati al bordo del lavandino. Che vi costringeranno, se volete l’acqua tiepida, alle migliori mosse di “Asereje” della vostra vita.
    2. Altrettanto poco apprezzato è lo scovolino del water, poco presente nei bagni irlandesi.
    Forse è l’indiretto messaggio che vuole dirvi quanto quest’isola aspra e bellissima…non potrà proprio farvi cagare.

Lascia un commento